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    PENSARE IL CIELO

    June 12, 2017

    |

    Francesco Bevilacqua

     

    E' il paesaggio ad influenzare i sentimenti dell'osservatore? O sono i sentimenti dell'osservatore ad influenzare il paesaggio? Dunque vediamo, la verità più ovvia è la prima. Un cielo cupo, come quello che c'è in Sila stamane quando iniziamo il nostro cammino, trasmette malinconia. E il meteo non è affatto buono. Tant'è che abbiamo cambiato destinazione. Meglio una piovuta ai tranquilli Pascoli di Macchialonga che sull'impervia Montea. Eppure io avevo già in animo la Sila da alcuni giorni. Perché il paesaggio della Sila rasserena. Da tanti anni ho realizzato dentro di me i miei paesaggi ideali. Dunque, sono malinconico, ma desidero serenità. E piano piano, più il cammino mi rasserena più le nuvole di diradano. Già al belvedere di Cozzo del Principe, la trapunta plumbea sul Lago Cecita comincia a sfilacciarsi. E poi, sulla vetta, tra i patriarchi arborei di Cozzo del Principe, spunta il sole. Un sole profondo, rigenerante, come solo quello mediterraneo sa essere. Nelle foreste della Sila regna un senso di benigno mistero, diceva Norman Douglas, riferendosi proprio a questo sole speciale. Percepisco che l'umore del paesaggio sta cambiando, sospinto dalla mia serenità riacquistata. Il mio animo scaccia i nuvoloni minacciosi, spedendoli lontano, a contornare l'altopiano di Macchialonga come una corona bianca. Traversiamo le praterie fiorite, mentre una mandria di bovini giunge appena dalla transumanza. Due poiane giocano allegre nel cielo: hanno trovato nuovamente compagnia dopo il gelido inverno. Su fino a Serra Ripollata, da dove si vede tutto. Il vento spazza l'erba cangiante come velluto. E' il momento del silenzio, quello che manca alle nostre vite cittadine. Giunge una comitiva guidata da Antonello Martino. Sorrisi. Entusiasmo. Loro tornano al laghetto. Noi riprendiamo il nostro lungo anello verso Colle Napoletano, Pino Bello, Quattro Vie e di nuovo al Cupone. Attraverso la più bella foresta da resina d'Italia. I pini sono scanalati e incisi per raccogliere la profumata essenza, un tempo utile a molti usi. All'auto il cielo è di nuovo plumbeo. I pochi visitatori fuggono verso le auto in preda al panico. Non allarmatevi: è solo che ho smesso di pensare il cielo. 
    Nelle foto: scorci di Macchialonga e Cozzo del Principe, Sila Grande. Foto Francesco Bevilacqua.

     

     

     

     

     

     

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